Sa die de sa Sardigna 2017


Oggi, 4 maggio 2017, a partire dalle ore 9:30, presso l'aula magna dell'Istituto Tecnico Agrario "B. Brau" si è svolta la manifestazione conferenza che è la parte centrale del progetto "Àidos - Varchi, La Sardegna e i migranti, una lunga e avventurosa storia. 

Il progetto è stato finanziato dalla RAS Regione Autonoma della Sardegna all'interno delle manifestazioni che hanno lo scopo di celebrare Sa Die de sa Sardigna 2017. 

Come è noto l'Assessorato alla Pubblica Istruzione ha deciso di declinare le celebrazioni di quest'anno sul tema delle migrazioni con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica e in particolare le giovani generazioni su un tema di grande rilevanza culturale e civile e che però, troppo spesso, viene trattato con superficialità e diffidenza, in modo talvolta diseducativo.

La nostra scuola ha predisposto questo progetto, grazie all'impegno del prof. Sebastiano Pilosu che lo ha redatto e ne ha consentito la realizzazione pratica.

Alla base delle scelte progettuali è posta una premessa che qui di seguito si riporta:

La Sardegna è stata storicamente, per lunghi secoli, una terra di immigrazione e di emigrazione. Non di massa, ma costante. La sua collocazione geografica che la pone al centro del mar Mediterraneo ha coinvolto la nostra isola in relazioni commerciali e culturali che spesso hanno generato spostamenti demografici sin dalle epoche più remote per arrivare ai nostri giorni. Una buona parte dell'aristocrazia sarda in Età moderna era di origine iberica. I sardi a loro volta hanno sempre viaggiato, sia per commercio, sia per impegni di tipo militare, sia per motivi di studio. Solo nel XX secolo però i Sardi hanno cominciato a lasciare in gran numero la propria terra per necessità, alla ricerca di lavoro. Dagli anni Sessanta del secolo scorso questo fenomeno ha acquisito i connotati di una costante demografica. In tempi più recenti poi si è presentata la questione delle migrazioni dalla povertà e dai conflitti nell'Emisfero sud del mondo, fenomeno che ormai investe anche la Sardegna.

Inquadrare questa complessa stratificazione di vicende storiche non è facile. Ma può essere molto istruttivo. 

La manifestazione odierna, alla quale hanno partecipato tutte le classi quinte dei corsi ITA, IPSIA, IPSS, IPSAARS e la classe 4A IPSIA, ha toccato tre aspetti fondamentali previsti dal progetto:

La storia della Sardegna vista dalla prospettiva degli incontri di genti e culture che la posizione geografica al centro del mediterraneo ha favorito nei secoli. Tematica che è stata sviluppata dal dott. Omar Onnis (Storico e scrittore) che nel tempo limitato del suo intervento ha fatto una sintesi chiara delle vicende storiche sarde mostrando in particolare l'assoluta connessione di queste con la storia europea e mondiale.

I grandi personaggi della storia sarda antica e recente, in verità spesso pochissimo conosciuti dagli stessi sardi, ma che possono essere visti come esempi di cultura, di impegno sociale e di apertura verso il mondo e berso le altre culture. Personaggi sardi ma talvolta figli della immigrazione insieme a personaggi che hanno dovuto lasciare l'isola a causa di guerre, rivoluzioni, e altre vicende politiche per le quali subivano forti limitazioni alla loro libertà di pensiero e di azione (così come oggi accade in altri territori dai quali fuggono migliaia di persone richiedenti asilo per motivi politici). A raccontare agli allievi le storie complesse e avventurose di questi personaggi è stato Emanuele Mureddu (giovane e affermato disegnatore nuorese che ha al suo attivo numerose pubblicazioni e collaborazioni di grande prestigio). Nel suo racconto egli si è avvalso dei bellissimi disegni che ha realizzato all'uopo e che hanno stimolato la curiosità dei giovani studenti attirando l'attenzione sulle vicende storiche e sui significati culturali e sociali di grande civiltà dell'opera dei singoli personaggi.

Il terzo intervento, realizzato dal prof. Sebastiano Pilosu (docente del Volta ma anche etnomusicologo, studioso di musica e poesia della Sardegna), è stato incentrato sulla premessa che le migrazioni non coinvolgono solo gli aspetti economici, sociali e politici degli individui o dei gruppi etnici, ma anche e specialmente gli aspetti culturali. Attraverso il racconto, realizzato con l'ausilio delle slides proiettate sun ungrande schermo, delle storie e delle attività degli emigrati sardi è emerso un mondo di uomini e donne che continuano ad essere portatori di una cultura specifica, cultori della lingua sarda, appassionati cantori, poeti o appassionati di poesia sarda cantata e scritta. Il bisogno profondo tra gli emigrati di mantenere vivo il legame con la propria terra d'origine e di non disperdere il gran de patrimonio culturale identitario. 

Gli interventi sono stati preceduti, intervallati e conclusi con il canto e la musica dei tamburi di un gruppo di immigrati senegalesi che risiedono nel nostro territorio. Questi, al pari dei sardi che nel continente italiano o all'estero continuano a cantare a tenore, hanno mantenuto e coltivato le tradizioni musicali del Senegal e appena ne hanno occasione amano farle conoscere e apprezzare anche in Sardegna. si tratta del gruppo musicale di Max Trikkeballakke, Omar e Alì.

Le attività proseguiranno nei prossimi giorni con un laboratorio di canto sardo e un laboratorio di disegno. L'argomento sarà ancora la Sardegna, un'isola per niente isolata.